Frijia: “Incentivare la contrattazione di qualità, ma porre limiti all’applicazione dei Ccnl scaduti”
“Il problema del lavoro povero è molto rilevante nel nostro Paese, ma non si supera il problema con una legge” è il commento del Segretario Nazionale di Unilavoro PMI Vito Frijia a seguito del deposito di un emendamento soppressivo della proposta di legge sul salario minimo, ad opera della Maggioranza di Governo.
“Se l’obiettivo è quello di innalzare le retribuzioni più basse è necessario incentivare e rafforzare la contrattazione collettiva nazionale di qualità, ovvero quella che non fa dumping salariale e che è rispettosa dell’art. 36 della nostra Costituzione. Tutto questo senza limitare però la libertà sindacale, che rappresenta un pilastro della nostra democrazia”.
“Per trattare di un tema così rilevante – continua Frijia – è necessario un confronto vero tra politica e parti sociali, che vada ad evidenziare e superare i limiti fino ad ora esistenti. Sicuramente dobbiamo puntare sugli sgravi fiscali legati agli aumenti contrattuali e sulla semplificazione di strumenti come il premio di risultato e il welfare aziendale, ad oggi appannaggio principalmente delle medie e grandi imprese”.
LAVORO POVERO E CONTRATTAZIONE – “Bisogna però riconoscere – sottolinea Frijia – che molti settori nei quali si annida il lavoro povero sono ‘coperti’ da contrattazione collettiva ancora vigente nonostante sia scaduta da numerosi anni. È il caso del settore della vigilanza privata e servizi fiduciari, in cui viene applicato un contratto scaduto dal 2014. Su questo è necessario intervenire subito, ponendo un limite all’applicazione di contratti collettivi oltre la data di scadenza contrattuale” conclude Frijia.