L’economia toscana è tornata ai livelli pre-pandemia, anche se nel 2023 la crescita del PIL si è fermata a +0,6%, secondo il rapporto presentato ieri a Firenze da Bankitalia. Il rallentamento è stato influenzato non solo da conflitti, inflazione e tassi d’interesse elevati, ma anche dal declino del settore della moda, cruciale per l’economia locale, e dalle inondazioni che lo scorso novembre hanno colpito duramente le province di Prato e Pistoia. Tuttavia, il settore farmaceutico ha mostrato un’ottima performance, con un aumento dell’export a 8,4 miliardi di euro (+40%), e anche la meccanica, la nautica, la produzione di camper e la gioielleria hanno registrato risultati positivi. Complessivamente, l’export è cresciuto del +5,6%, raggiungendo 57,5 miliardi di euro nel 2023, sebbene in termini reali si sia ridotto del -0,6%. Nel primo trimestre del 2024, l’export ha continuato a crescere, segnando un +4,4%.
Per l’anno in corso, si prevede una crescita ancora debole, secondo Bankitalia, che ha sottolineato ancora una volta il problema della scarsa digitalizzazione delle imprese toscane. Da un’indagine condotta dalla sede fiorentina dell’Istituto su aziende industriali toscane con almeno 20 dipendenti, è emerso che quasi la metà non ha effettuato investimenti in tecnologie digitali (come robotica, Internet delle cose, stampa 3D, cloud computing, intelligenza artificiale e cybersecurity) durante l’anno passato. Questa mancanza di modernizzazione tecnologica rappresenta un ostacolo significativo alla crescita economica della regione.